"Relatio
Synodi" della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi
"Le sfide
pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione"
(5-19 ottobre
2014), 18.10.2014
Introduzione
1. Il Sinodo dei Vescovi
riunito intorno al Papa rivolge il suo pensiero a tutte le famiglie del mondo
con le loro gioie, le loro fatiche, le loro speranze. In particolare sente il
dovere di ringraziare il Signore per la generosa fedeltà con cui tante famiglie
cristiane rispondono alla loro vocazione e missione. Lo fanno con gioia e con
fede anche quando il cammino familiare le pone dinanzi a ostacoli,
incomprensioni e sofferenze. A queste famiglie va l’apprezzamento, il
ringraziamento e l’incoraggiamento di tutta la Chiesa e di questo Sinodo. Nella
veglia di preghiera celebrata in Piazza San Pietro sabato 4 ottobre 2014 in
preparazione al Sinodo sulla famiglia Papa Francesco ha evocato in maniera
semplice e concreta la centralità dell’esperienza familiare nella vita di
tutti, esprimendosi così: «Scende ormai la sera sulla nostra assemblea. È l’ora
in cui si fa volentieri ritorno a casa per ritrovarsi alla stessa mensa, nello
spessore degli affetti, del bene compiuto e ricevuto, degli incontri che
scaldano il cuore e lo fanno crescere, vino buono che anticipa nei giorni
dell’uomo la festa senza tramonto. È anche l’ora più pesante per chi si ritrova
a tu per tu con la propria solitudine, nel crepuscolo amaro di sogni e di
progetti infranti: quante persone trascinano le giornate nel vicolo cieco della
rassegnazione, dell’abbandono, se non del rancore; in quante case è venuto meno
il vino della gioia e, quindi, il sapore – la sapienza stessa – della vita
[...] Degli uni e degli altri questa sera ci facciamo voce con la nostra
preghiera, una preghiera per tutti».
2. Grembo di gioie e di
prove, di affetti profondi e di relazioni a volte ferite, la famiglia è
veramente "scuola di umanità" (cf. Gaudium et Spes, 52),
di cui si avverte fortemente il bisogno. Nonostante i tanti segnali di crisi
dell’istituto familiare nei vari contesti del "villaggio globale", il
desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa,
esperta in umanità e fedele alla sua missione, ad annunciare senza sosta e con
convinzione profonda il "Vangelo della famiglia" che le è stato
affidato con la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo e
ininterrottamente insegnato dai Padri, dai Maestri della spiritualità e dal
Magistero della Chiesa. La famiglia assume per la Chiesa un’importanza del
tutto particolare e nel momento in cui tutti i credenti sono invitati a uscire
da se stessi è necessario che la famiglia si riscopra come soggetto
imprescindibile per l’evangelizzazione. Il pensiero va alla testimonianza
missionaria di tante famiglie.
3. Sulla realtà della
famiglia, decisiva e preziosa, il Vescovo di Roma ha chiamato a riflettere il
Sinodo dei Vescovi nella sua Assemblea Generale Straordinaria dell’ottobre
2014, per approfondire poi la riflessione nell’Assemblea Generale Ordinaria che
si terrà nell’ottobre 2015, oltre che nell’intero anno che intercorre fra i due
eventi sinodali. «Già il convenire in unum attorno al Vescovo di Roma è evento
di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di
discernimento spirituale e pastorale»: così Papa Francesco ha descritto
l’esperienza sinodale, indicandone i compiti nel duplice ascolto dei segni di
Dio e della storia degli uomini e nella duplice e unica fedeltà che ne
consegue.
4. Alla luce dello stesso
discorso abbiamo raccolto i risultati delle nostre riflessioni e dei nostri
dialoghi nelle seguenti tre parti: l’ascolto, per guardare alla realtà della
famiglia oggi, nella complessità delle sue luci e delle sue ombre; lo sguardo
fisso sul Cristo per ripensare con rinnovata freschezza ed entusiasmo quanto la
rivelazione, trasmessa nella fede della Chiesa, ci dice sulla bellezza, sul
ruolo e sulla dignità della famiglia; il confronto alla luce del Signore Gesù
per discernere le vie con cui rinnovare la Chiesa e la società nel loro impegno
per la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
PRIMA PARTE
L’ascolto: il contesto e le
sfide sulla famiglia
Il contesto socio-culturale
5. Fedeli all’insegnamento di
Cristo guardiamo alla realtà della famiglia oggi in tutta la sua complessità,
nelle sue luci e nelle sue ombre. Pensiamo ai genitori, ai nonni, ai fratelli e
alle sorelle, ai parenti prossimi e lontani, e al legame tra due famiglie che
tesse ogni matrimonio. Il cambiamento antropologico-culturale influenza oggi
tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato.
Vanno sottolineati prima di tutto gli aspetti positivi: la più grande libertà
di espressione e il migliore riconoscimento dei diritti della donna e dei
bambini, almeno in alcune regioni. Ma, d’altra parte, bisogna egualmente
considerare il crescente pericolo rappresentato da un individualismo esasperato
che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della
famiglia come un'isola, facendo prevalere, in certi casi, l'idea di un soggetto
che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto. A ciò si
aggiunge anche la crisi della fede che ha toccato tanti cattolici e che spesso
è all’origine delle crisi del matrimonio e della famiglia.
6. Una delle più grandi
povertà della cultura attuale è la solitudine, frutto dell’assenza di Dio nella
vita delle persone e della fragilità delle relazioni. C’è anche una sensazione
generale di impotenza nei confronti della realtà socio-economica che spesso
finisce per schiacciare le famiglie. Così è per la crescente povertà e
precarietà lavorativa che è vissuta talvolta come un vero incubo, o a motivo di
una fiscalità troppo pesante che certo non incoraggia i giovani al matrimonio.
Spesso le famiglie si sentono abbandonate per il disinteresse e la poca
attenzione da parte delle istituzioni. Le conseguenze negative dal punto di
vista dell’organizzazione sociale sono evidenti: dalla crisi demografica alle
difficoltà educative, dalla fatica nell’accogliere la vita nascente all’avvertire
la presenza degli anziani come un peso, fino al diffondersi di un disagio
affettivo che arriva talvolta alla violenza. È responsabilità dello Stato
creare le condizioni legislative e di lavoro per garantire l’avvenire dei
giovani e aiutarli a realizzare il loro progetto di fondare una famiglia.
7. Ci sono contesti culturali
e religiosi che pongono sfide particolari. In alcune società vige ancora la
pratica della poligamia e in alcuni contesti tradizionali la consuetudine del
"matrimonio per tappe". In altri contesti permane la pratica dei
matrimoni combinati. Nei Paesi in cui la presenza della Chiesa cattolica è
minoritaria sono numerosi i matrimoni misti e di disparità di culto con tutte
le difficoltà che essi comportano riguardo alla configurazione giuridica, al
battesimo e all'educazione dei figli e al reciproco rispetto dal punto di vista
della diversità della fede. In questi matrimoni può esistere il pericolo del
relativismo o dell’indifferenza, ma vi può essere anche la possibilità di
favorire lo spirito ecumenico e il dialogo interreligioso in un’armoniosa
convivenza di comunità che vivono nello stesso luogo. In molti contesti, e non
solo occidentali, si va diffondendo ampiamente la prassi della convivenza che
precede il matrimonio o anche di convivenze non orientate ad assumere la forma
di un vincolo istituzionale. A questo si aggiunge spesso una legislazione
civile che compromette il matrimonio e la famiglia. A causa della
secolarizzazione in molte parti del mondo il riferimento a Dio è fortemente
diminuito e la fede non è più socialmente condivisa.
8. Molti sono i bambini che
nascono fuori dal matrimonio, specie in alcuni Paesi, e molti quelli che poi
crescono con uno solo dei genitori o in un contesto familiare allargato o
ricostituito. Il numero dei divorzi è crescente e non è raro il caso di scelte
determinate unicamente da fattori di ordine economico. I bambini spesso sono
oggetto di contesa tra i genitori e i figli sono le vere vittime delle
lacerazioni familiari. I padri sono spesso assenti non solo per cause
economiche laddove invece si avverte il bisogno che essi assumano più
chiaramente la responsabilità per i figli e per la famiglia. La dignità della
donna ha ancora bisogno di essere difesa e promossa. Oggi infatti, in molti
contesti, l’essere donna è oggetto di discriminazione e anche il dono della
maternità viene spesso penalizzato piuttosto che essere presentato come valore.
Non vanno neppure dimenticati i crescenti fenomeni di violenza di cui le donne
sono vittime, talvolta purtroppo anche all’interno delle famiglie e la grave e
diffusa mutilazione genitale della donna in alcune culture. Lo sfruttamento
sessuale dell’infanzia costituisce poi una delle realtà più scandalose e
perverse della società attuale. Anche le società attraversate dalla violenza a
causa della guerra, del terrorismo o della presenza della criminalità
organizzata, vedono situazioni familiari deterioratee soprattutto nelle grandi
metropoli e nelle loro periferie cresce il cosiddetto fenomeno dei bambini di
strada. Le migrazioni inoltre rappresentano un altro segno dei tempi da
affrontare e comprendere con tutto il carico di conseguenze sulla vita
familiare.
La rilevanza della vita
affettiva
9. A fronte del quadro
sociale delineato si riscontra in molte parti del mondo, nei singoli un
maggiore bisogno di prendersi cura della propria persona, di conoscersi
interiormente, di vivere meglio in sintonia con le proprie emozioni e i propri
sentimenti, di cercare relazioni affettive di qualità; tale giusta aspirazione
può aprire al desiderio di impegnarsi nel costruire relazioni di donazione e
reciprocità creative, responsabilizzanti e solidali come quelle familiari. Il
pericolo individualista e il rischio di vivere in chiave egoistica sono
rilevanti. La sfida per la Chiesa è di aiutare le coppie nella maturazione
della dimensione emozionale e nello sviluppo affettivo attraverso la promozione
del dialogo, della virtù e della fiducia nell’amore misericordioso di Dio. Il
pieno impegno richiesto nel matrimonio cristiano può essere un forte antidoto
alla tentazione di un individualismo egoistico.
10. Nel mondo attuale non
mancano tendenze culturali che sembrano imporre una affettività senza limiti di
cui si vogliono esplorare tutti i versanti, anche quelli più complessi. Di
fatto, la questione della fragilità affettiva è di grande attualità: una
affettività narcisistica, instabile e mutevole che non aiuta sempre i soggetti
a raggiungere una maggiore maturità. Preoccupa una certa diffusione della
pornografia e della commercializzazione del corpo, favorita anche da un uso
distorto di internet e va denunciata la situazione di quelle persone che sono
obbligate a praticare la prostituzione. In questo contesto, le coppie sono
talvolta incerte, esitanti e faticano a trovare i modi per crescere. Molti sono
quelli che tendono a restare negli stadi primari della vita emozionale e
sessuale. La crisi della coppia destabilizza la famiglia e può arrivare
attraverso le separazioni e i divorzi a produrre serie conseguenze sugli
adulti, i figli e la società, indebolendo l’individuo e i legami sociali. Anche
il calo demografico, dovuto ad una mentalità antinatalista e promosso dalle
politiche mondiali di salute riproduttiva, non solo determina una situazione in
cui l’avvicendarsi delle generazioni non è più assicurato, ma rischia di
condurre nel tempo a un impoverimento economico e a una perdita di speranza
nell’avvenire. Lo sviluppo delle biotecnologie ha avuto anch’esso un forte
impatto sulla natalità.
La sfida per la pastorale
11. In questo contesto la
Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. Occorre
muovere dalla convinzione che l’uomo viene da Dio e che, pertanto, una
riflessione capace di riproporre le grandi domande sul significato dell’essere
uomini, possa trovare un terreno fertile nelle attese più profonde
dell’umanità. I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana
corrispondono alla ricerca che attraversa l’esistenza umana anche in un tempo
segnato dall’individualismo e dall’edonismo. Occorre accogliere le persone con
la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il
desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche
in chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate.
Il messaggio cristiano ha sempre in sé la realtà e la dinamica della
misericordia e della verità, che in Cristo convergono.
II PARTE
Lo sguardo su Cristo: il Vangelo
della famiglia
Lo sguardo su Gesù e la
pedagogia divina nella storia della salvezza
12. Al fine di «verificare il
nostro passo sul terreno delle sfide contemporanee, la condizione decisiva è
mantenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, sostare nella contemplazione e
nell’adorazione del suo volto [...]. Infatti, ogni volta che torniamo alla fonte
dell’esperienza cristiana si aprono strade nuove e possibilità impensate» (Papa
Francesco, Discorso del 4 ottobre 2014). Gesù ha guardato alle
donne e agli uomini che ha incontrato con amore e tenerezza, accompagnando i
loro passi con verità, pazienza e misericordia, nell’annunciare le esigenze del
Regno di Dio.
13. Dato che l’ordine della
creazione è determinato dall’orientamento a Cristo, occorre distinguere senza
separare i diversi gradi mediante i quali Dio comunica all’umanità la grazia
dell’alleanza. In ragione della pedagogia divina, secondo cui l’ordine della
creazione evolve in quello della redenzione attraverso tappe successive,
occorre comprendere la novità del sacramento nuziale cristiano in continuità
con il matrimonio naturale delle origini. Così qui s’intende il modo di agire
salvifico di Dio, sia nella creazione sia nella vita cristiana. Nella
creazione: poiché tutto è stato fatto per mezzo di Cristo ed in vista di Lui
(cf. Col 1,16), i cristiani sono «lieti di scoprire e pronti a
rispettare quei germi del Verbo che vi si trovano nascosti; debbono seguire
attentamente la trasformazione profonda che si verifica in mezzo ai popoli» (Ad
Gentes, 11). Nella vita cristiana: in quanto con il battesimo il credente è
inserito nella Chiesa mediante quella Chiesa domestica che è la sua famiglia,
egli intraprende quel «processo dinamico, che avanza gradualmente con la
progressiva integrazione dei doni di Dio» (Familiaris Consortio, 11),
mediante la conversione continua all’amore che salva dal peccato e dona
pienezza di vita.
14. Gesù stesso, riferendosi
al disegno primigenio sulla coppia umana, riafferma l’unione indissolubile tra
l’uomo e la donna, pur dicendo che «per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha
permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così» (Mt 19,8).
L’indissolubilità del matrimonio ("Quello dunque che Dio ha congiunto,
l'uomo non lo separi" Mt 19,6), non è innanzitutto da
intendere come "giogo" imposto agli uomini bensì come un
"dono" fatto alle persone unite in matrimonio. In tal modo, Gesù
mostra come la condiscendenza divina accompagni sempre il cammino umano,
guarisca e trasformi il cuore indurito con la sua grazia, orientandolo verso il
suo principio, attraverso la via della croce. Dai Vangeli emerge chiaramente l’esempio
di Gesù che è paradigmatico per la Chiesa. Gesù infatti ha assunto una
famiglia, ha dato inizio ai segni nella festa nuziale a Cana, ha annunciato il
messaggio concernente il significato del matrimonio come pienezza della
rivelazione che recupera il progetto originario di Dio (Mt 19,3).
Ma nello stesso tempo ha messo in pratica la dottrina insegnata manifestando
così il vero significato della misericordia. Ciò appare chiaramente negli
incontri con la samaritana (Gv 4,1-30) e con l’adultera (Gv 8,1-11)
in cui Gesù, con un atteggiamento di amore verso la persona peccatrice, porta
al pentimento e alla conversione ("va’ e non peccare più"),
condizione per il perdono.
La famiglia nel disegno
salvifico di Dio
15. Le parole di vita eterna
che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli comprendevano l’insegnamento sul
matrimonio e la famiglia. Tale insegnamento di Gesù ci permette di distinguere
in tre tappe fondamentali il progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia. All’inizio,
c'è la famiglia delle origini, quando Dio creatore istituì il matrimonio
primordiale tra Adamo ed Eva, come solido fondamento della famiglia. Dio non
solo ha creato l'essere umano maschio e femmina (Gen1,27), ma li ha
anche benedetti perché fossero fecondi e si moltiplicassero (Gen 1,28).
Per questo, «l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i
due saranno una sola carne» (Gen 2,24). Questa unione è stata
danneggiata dal peccato ed è diventata la forma storica di matrimonio nel Popolo
di Dio, per il quale Mosè concesse la possibilità di rilasciare un attestato di
divorzio (cf. Dt 24, 1ss). Tale forma era prevalente ai tempi
di Gesù. Con il Suo avvento e la riconciliazione del mondo caduto grazie alla
redenzione da Lui operata, terminò l'era inaugurata con Mosé.
16. Gesù, che ha riconciliato
ogni cosa in sé, ha riportato il matrimonio e la famiglia alla loro forma
originale (cf. Mc10,1-12). La famiglia e il matrimonio sono stati
redenti da Cristo (cf. Ef 5,21-32), restaurati a immagine
della Santissima Trinità, mistero da cui scaturisce ogni vero amore. L'alleanza
sponsale, inaugurata nella creazione e rivelata nella storia della salvezza,
riceve la piena rivelazione del suo significato in Cristo e nella sua Chiesa.
Da Cristo attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia
necessaria per testimoniare l'amore di Dio e vivere la vita di comunione. Il
Vangelo della famiglia attraversa la storia del mondo sin dalla creazione
dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio (cf.Gen 1, 26-27) fino
al compimento del mistero dell’Alleanza in Cristo alla fine dei secoli con le
nozze dell’Agnello (cf. Ap19,9; Giovanni Paolo II, Catechesi
sull'amore umano).
La famiglia nei documenti della
Chiesa
17. «Nel corso dei secoli, la
Chiesa non ha fatto mancare il suo costante insegnamento sul matrimonio e la
famiglia. Una delle espressioni più alte di questo Magistero è stata proposta
dal Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione pastorale Gaudium
et Spes, che dedica un intero capitolo alla promozione della dignità del
matrimonio e della famiglia (cf. Gaudium et Spes, 47-52). Esso ha
definito il matrimonio come comunità di vita e di amore (cf.Gaudium et Spes, 48),
mettendo l’amore al centro della famiglia, mostrando, allo stesso tempo, la
verità di questo amore davanti alle diverse forme di riduzionismo presenti
nella cultura contemporanea. Il "vero amore tra marito e moglie" (Gaudium
et Spes, 49) implica la mutua donazione di sé, include e integra la
dimensione sessuale e l’affettività, corrispondendo al disegno divino (cf. Gaudium
et Spes, 48-49). Inoltre, Gaudium et Spes 48 sottolinea il
radicamento in Cristo degli sposi: Cristo Signore "viene incontro ai
coniugi cristiani nel sacramento del matrimonio", e con loro rimane.
Nell’incarnazione, Egli assume l’amore umano, lo purifica, lo porta a pienezza,
e dona agli sposi, con il suo Spirito, la capacità di viverlo, pervadendo tutta
la loro vita di fede, speranza e carità. In questo modo gli sposi sono come
consacrati e, mediante una grazia propria, edificano il Corpo di Cristo e
costituiscono una Chiesa domestica (cf. Lumen Gentium, 11), così
che la Chiesa, per comprendere pienamente il suo mistero, guarda alla famiglia
cristiana, che lo manifesta in modo genuino» (Instrumentum Laboris, 4).
18. «Sulla scia del Concilio
Vaticano II, il Magistero pontificio ha approfondito la dottrina sul matrimonio
e sulla famiglia. In particolare, Paolo VI, con la Enciclica Humanae
Vitae, ha messo in luce l’intimo legame tra amore coniugale e generazione
della vita. San Giovanni Paolo II ha dedicato alla famiglia una particolare
attenzione attraverso le sue catechesi sull’amore umano, la Lettera alle
famiglie (Gratissimam Sane) e soprattutto con l’Esortazione ApostolicaFamiliaris
Consortio. In tali documenti, il Pontefice ha definito la famiglia
"via della Chiesa"; ha offerto una visione d’insieme sulla vocazione
all’amore dell’uomo e della donna; ha proposto le linee fondamentali per la pastorale
della famiglia e per la presenza della famiglia nella società. In particolare,
trattando della carità coniugale (cf. Familiaris Consortio, 13), ha
descritto il modo in cui i coniugi, nel loro mutuo amore, ricevono il dono
dello Spirito di Cristo e vivono la loro chiamata alla santità» (Instrumentum
Laboris, 5).
19. «Benedetto XVI,
nell’Enciclica Deus Caritas Est, ha ripreso il tema della verità
dell’amore tra uomo e donna, che s’illumina pienamente solo alla luce
dell’amore di Cristo crocifisso (cf. Deus Caritas Est, 2). Egli
ribadisce come: "Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo
diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di
amare di Dio diventa la misura dell’amore umano" (Deus Caritas Est,
11). Inoltre, nella Enciclica Caritas in Veritate, evidenzia
l’importanza dell’amore come principio di vita nella società (cf. Caritas
in Veritate, 44), luogo in cui s’impara l’esperienza del bene comune» (Instrumentum
Laboris, 6).
20. «Papa Francesco, nell’Enciclica Lumen
Fidei affrontando il legame tra la famiglia e la fede, scrive:
"L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore
allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude.
La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della
vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura
che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché
il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra
fragilità" (Lumen Fidei, 53)» (Instrumentum Laboris, 7).
L’indissolubilità del matrimonio
e la gioia del vivere insieme
21. Il dono reciproco
costitutivo del matrimonio sacramentale è radicato nella grazia del battesimo
che stabilisce l’alleanza fondamentale di ogni persona con Cristo nella Chiesa.
Nella reciproca accoglienza e con la grazia di Cristo i nubendi si promettono
dono totale, fedeltà e apertura alla vita, essi riconoscono come elementi
costitutivi del matrimonio i doni che Dio offre loro, prendendo sul serio il
loro vicendevole impegno, in suo nome e di fronte alla Chiesa. Ora, nella fede
è possibile assumere i beni del matrimonio come impegni meglio sostenibili
mediante l’aiuto della grazia del sacramento. Dio consacra l’amore degli sposi
e ne conferma l’indissolubilità, offrendo loro l’aiuto per vivere la fedeltà,
l’integrazione reciproca e l’apertura alla vita. Pertanto, lo sguardo della
Chiesa si volge agli sposi come al cuore della famiglia intera che volge
anch’essa lo sguardo verso Gesù.
22. Nella stessa prospettiva,
facendo nostro l’insegnamento dell’Apostolo secondo cui tutta la creazione è
stata pensata in Cristo e in vista di lui (cf. Col 1,16), il
Concilio Vaticano II ha voluto esprimere apprezzamento per il matrimonio
naturale e per gli elementi validi presenti nelle altre religioni (cf. Nostra
Aetate, 2) e nelle culture nonostante i limiti e le insufficienze (cf. Redemptoris
Missio, 55). La presenza dei semina Verbi nelle culture (cf. Ad
Gentes, 11) potrebbe essere applicata, per alcuni versi, anche alla realtà
matrimoniale e familiare di tante culture e di persone non cristiane. Ci sono
quindi elementi validi anche in alcune forme fuori del matrimonio cristiano
–comunque fondato sulla relazione stabile e vera di un uomo e una donna –, che
in ogni caso riteniamo siano ad esso orientate. Con lo sguardo rivolto alla
saggezza umana dei popoli e delle culture, la Chiesa riconosce anche questa
famiglia come la cellula basilare necessaria e feconda della convivenza umana.
Verità e bellezza della famiglia
e misericordia verso le famiglie ferite e fragili
23. Con intima gioia e
profonda consolazione, la Chiesa guarda alle famiglie che restano fedeli agli
insegnamenti del Vangelo, ringraziandole e incoraggiandole per la testimonianza
che offrono. Grazie ad esse, infatti, è resa credibile la bellezza del
matrimonio indissolubile e fedele per sempre. Nella famiglia,«che si potrebbe
chiamare Chiesa domestica» (Lumen Gentium, 11), matura la prima
esperienza ecclesiale della comunione tra persone, in cui si riflette, per
grazia, il mistero della Santa Trinità. «È qui che si apprende la fatica e la
gioia del lavoro, l’amore fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato, e
soprattutto il culto divino attraverso la preghiera e l’offerta della propria
vita» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1657). La Santa Famiglia di
Nazaret ne è il modello mirabile, alla cui scuola noi «comprendiamo perché
dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del
Vangelo e diventare discepoli del Cristo» (Paolo VI, Discorso a Nazaret,
5 gennaio 1964). Il Vangelo della famiglia, nutre pure quei semi che ancora
attendono di maturare, e deve curare quegli alberi che si sono inariditi e
necessitano di non essere trascurati.
24. La Chiesa, in quanto
maestra sicura e madre premurosa, pur riconoscendo che per i battezzati non vi
è altro vincolo nuziale che quello sacramentale, e che ogni rottura di esso è
contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi
figli che faticano nel cammino della fede. «Pertanto, senza sminuire il valore
dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le
possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per
giorno. […] Un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere
più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi
giorni senza fronteggiare importanti difficoltà. A tutti deve giungere la
consolazione e lo stimolo dell’amore salvifico di Dio, che opera misteriosamente
in ogni persona, al di là dei suoi difetti e delle sue cadute» (Evangelii
Gaudium, 44).
25. In ordine ad un approccio
pastorale verso le persone che hanno contratto matrimonio civile, che sono
divorziati e risposati, o che semplicemente convivono, compete alla Chiesa
rivelare loro la divina pedagogia della grazia nelle loro vite e aiutarle a raggiungere
la pienezza del piano di Dio in loro. Seguendo lo sguardo di Cristo, la cui
luce rischiara ogni uomo (cf. Gv 1,9; Gaudium et Spes,
22) la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo
incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dio opera anche nelle loro vite dando
loro il coraggio per compiere il bene, per prendersi cura con amore l’uno
dell’altro ed essere a servizio della comunità nella quale vivono e lavorano.
26. La Chiesa guarda con
apprensione alla sfiducia di tanti giovani verso l’impegno coniugale, soffre
per la precipitazione con cui tanti fedeli decidono di porre fine al vincolo
assunto, instaurandone un altro. Questi fedeli, che fanno parte della Chiesa
hanno bisogno di un’attenzione pastorale misericordiosa e incoraggiante,
distinguendo adeguatamente le situazioni. I giovani battezzati vanno
incoraggiati a non esitare dinanzi alla ricchezza che ai loro progetti di amore
procura il sacramento del matrimonio, forti del sostegno che ricevono dalla
grazia di Cristo e dalla possibilità di partecipare pienamente alla vita della
Chiesa.
27. In tal senso, una
dimensione nuova della pastorale familiare odierna consiste nel prestare
attenzione alla realtà dei matrimoni civili tra uomo e donna, ai matrimoni
tradizionali e, fatte le debite differenze, anche alle convivenze. Quando
l’unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico, è
connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da
capacità di superare le prove, può essere vista come un’occasione da
accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio. Molto spesso
invece la convivenza si stabilisce non in vista di un possibile futuro
matrimonio, ma senza alcuna intenzione di stabilire un rapporto istituzionale.
28. Conforme allo sguardo
misericordioso di Gesù, la Chiesa deve accompagnare con attenzione e premura i
suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito, ridonando fiducia
e speranza, come la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo
alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si trovano in
mezzo alla tempesta. Consapevoli che la misericordia più grande è dire la
verità con amore, andiamo aldilà della compassione. L’amore misericordioso,
come attrae e unisce, così trasforma ed eleva. Invita alla conversione. Così
nello stesso modo intendiamo l’atteggiamento del Signore, che non condanna la
donna adultera, ma le chiede di non peccare più (cf. Gv8,1-11).
III PARTE
Il confronto: prospettive
pastorali
Annunciare il Vangelo della
famiglia oggi, nei vari contesti
29. Il dialogo sinodale si è
soffermato su alcune istanze pastorali più urgenti da affidare alla
concretizzazione nelle singole Chiese locali, nella comunione "cum Petro
et sub Petro". L’annunzio del Vangelo della famiglia costituisce
un’urgenza per la nuova evangelizzazione. La Chiesa è chiamata ad attuarlo con
tenerezza di madre e chiarezza di maestra (cf. Ef 4,15), in
fedeltà alla kenosi misericordiosa del Cristo. La verità si incarna nella
fragilità umana non per condannarla, ma per salvarla (cf. Gv 3,16
-17).
30. Evangelizzare è
responsabilità di tutto il popolo di Dio, ognuno secondo il proprio ministero e
carisma. Senza la testimonianza gioiosa dei coniugi e delle famiglie, chiese
domestiche, l’annunzio, anche se corretto, rischia di essere incompreso o di
affogare nel mare di parole che caratterizza la nostra società (cf. Novo
Millennio Ineunte, 50). I Padri sinodali hanno più volte sottolineato che
le famiglie cattoliche in forza della grazia del sacramento nuziale sono
chiamate ad essere esse stesse soggetti attivi della pastorale familiare.
31. Decisivo sarà porre in
risalto il primato della grazia, e quindi le possibilità che lo Spirito dona
nel sacramento. Si tratta di far sperimentare che il Vangelo della famiglia è
gioia che «riempie il cuore e la vita intera», perché in Cristo siamo «liberati
dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento» (Evangelii
Gaudium, 1). Alla luce della parabola del seminatore (cf. Mt 13,3),
il nostro compito è di cooperare nella semina: il resto è opera di Dio. Non
bisogna neppure dimenticare che la Chiesa che predica sulla famiglia è segno di
contraddizione.
32. Per questo si richiede a
tutta la Chiesa una conversione missionaria: è necessario non fermarsi ad un
annuncio meramente teorico e sganciato dai problemi reali delle persone. Non va
mai dimenticato che la crisi della fede ha comportato una crisi del matrimonio
e della famiglia e, come conseguenza, si è interrotta spesso la trasmissione
della stessa fede dai genitori ai figli. Dinanzi ad una fede forte
l’imposizione di alcune prospettive culturali che indeboliscono la famiglia e
il matrimonio non ha incidenza.
33. La conversione è anche
quella del linguaggio perché esso risulti effettivamente significativo.
L’annunzio deve far sperimentare che il Vangelo della famiglia è risposta alle
attese più profonde della persona umana: alla sua dignità e alla realizzazione
piena nella reciprocità, nella comunione e nella fecondità. Non si tratta
soltanto di presentare una normativa ma di proporre valori, rispondendo al
bisogno di essi che si constata oggi anche nei Paesi più secolarizzati.
34. La Parola di Dio è fonte
di vita e spiritualità per la famiglia. Tutta la pastorale familiare dovrà
lasciarsi modellare interiormente e formare i membri della Chiesa domestica
mediante la lettura orante e ecclesiale della Sacra Scrittura. La Parola di Dio
non solo è una buona novella per la vita privata delle persone, ma anche un
criterio di giudizio e una luce per il discernimento delle diverse sfide con
cui si confrontano i coniugi e le famiglie.
35. Allo stesso tempo molti
Padri sinodali hanno insistito su un approccio più positivo alle ricchezze
delle diverse esperienze religiose, senza tacere sulle difficoltà. In queste
diverse realtà religiose e nella grande diversità culturale che caratterizza le
Nazioni è opportuno apprezzare prima le possibilità positive e alla luce di
esse valutare limiti e carenze.
36. Il matrimonio cristiano è
una vocazione che si accoglie con un’adeguata preparazione in un itinerario di
fede, con un discernimento maturo, e non va considerato solo come una
tradizione culturale o un’esigenza sociale o giuridica. Pertanto occorre
realizzare percorsi che accompagnino la persona e la coppia in modo che alla
comunicazione dei contenuti della fede si unisca l’esperienza di vita offerta
dall’intera comunità ecclesiale.
37. È stata ripetutamente
richiamata la necessità di un radicale rinnovamento della prassi pastorale alla
luce del Vangelo della famiglia, superando le ottiche individualistiche che
ancora la caratterizzano. Per questo si è più volte insistito sul rinnovamento
della formazione dei presbiteri, dei diaconi, dei catechisti e degli altri
operatori pastorali, mediante un maggiore coinvolgimento delle stesse famiglie.
38. Si è parimenti sottolineata
la necessità di una evangelizzazione che denunzi con franchezza i
condizionamenti culturali, sociali, politici ed economici, come l’eccessivo
spazio dato alla logica del mercato, che impediscono un’autentica vita
familiare, determinando discriminazioni, povertà, esclusioni, violenza. Per
questo va sviluppato un dialogo e una cooperazione con le strutture sociali, e
vanno incoraggiati e sostenuti i laici che si impegnano, come cristiani, in
ambito culturale e socio-politico.
Guidare i nubendi nel cammino di
preparazione al matrimonio
39. La complessa realtà
sociale e le sfide che la famiglia oggi è chiamata ad affrontare richiedono un
impegno maggiore di tutta la comunità cristiana per la preparazione dei nubendi
al matrimonio. È necessario ricordare l’importanza delle virtù. Tra esse la
castità risulta condizione preziosa per la crescita genuina dell’amore
interpersonale. Riguardo a questa necessità i Padri sinodali sono stati
concordi nel sottolineare l’esigenza di un maggiore coinvolgimento dell’intera
comunità privilegiando la testimonianza delle stesse famiglie, oltre che di un
radicamento della preparazione al matrimonio nel cammino di iniziazione
cristiana, sottolineando il nesso del matrimonio con il battesimo e gli altri
sacramenti. Si è parimenti evidenziata la necessità di programmi specifici per
la preparazione prossima al matrimonio che siano vera esperienza di
partecipazione alla vita ecclesiale e approfondiscano i diversi aspetti della
vita familiare.
Accompagnare i primi anni della
vita matrimoniale
40. I primi anni di matrimonio
sono un periodo vitale e delicato durante il quale le coppie crescono nella
consapevolezza delle sfide e del significato del matrimonio. Di qui l’esigenza
di un accompagnamento pastorale che continui dopo la celebrazione del sacramento
(cf. Familiaris Consortio, parte III). Risulta di grande importanza
in questa pastorale la presenza di coppie di sposi con esperienza. La
parrocchia è considerata come il luogo dove coppie esperte possono essere messe
a disposizione di quelle più giovani, con l’eventuale concorso di associazioni,
movimenti ecclesiali e nuove comunità. Occorre incoraggiare gli sposi a un
atteggiamento fondamentale di accoglienza del grande dono dei figli. Va
sottolineata l’importanza della spiritualità familiare, della preghiera e della
partecipazione all’Eucaristia domenicale, incoraggiando le coppie a riunirsi
regolarmente per promuovere la crescita della vita spirituale e la solidarietà
nelle esigenze concrete della vita. Liturgie, pratiche devozionali e Eucaristie
celebrate per le famiglie, soprattutto nell’anniversario del matrimonio, sono
state menzionate come vitali per favorire l’evangelizzazione attraverso la
famiglia.
Cura pastorale di coloro che
vivono nel matrimonio civile o in convivenze
41. Mentre continua ad
annunciare e promuovere il matrimonio cristiano, il Sinodo incoraggia anche il
discernimento pastorale delle situazioni di tanti che non vivono più questa
realtà. È importante entrare in dialogo pastorale con tali persone al fine di
evidenziare gli elementi della loro vita che possono condurre a una maggiore
apertura al Vangelo del matrimonio nella sua pienezza. I pastori devono
identificare elementi che possono favorire l’evangelizzazione e la crescita
umana e spirituale. Una sensibilità nuova della pastorale odierna, consiste nel
cogliere gli elementi positivi presenti nei matrimoni civili e, fatte le debite
differenze, nelle convivenze. Occorre che nella proposta ecclesiale, pur
affermando con chiarezza il messaggio cristiano, indichiamo anche elementi
costruttivi in quelle situazioni che non corrispondono ancora o non più ad
esso.
42. È stato anche notato che
in molti Paesi un «crescente numero di coppie convivono ad experimentum,
senza alcun matrimonio né canonico, né civile» (Instrumentum Laboris, 81).
In alcuni Paesi questo avviene specialmente nel matrimonio tradizionale,
concertato tra famiglie e spesso celebrato in diverse tappe. In altri Paesi
invece è in continua crescita il numero di coloro dopo aver vissuto insieme per
lungo tempo chiedono la celebrazione del matrimonio in chiesa. La semplice
convivenza è spesso scelta a causa della mentalità generale contraria alle
istituzioni e agli impegni definitivi, ma anche per l’attesa di una sicurezza
esistenziale (lavoro e salario fisso). In altri Paesi, infine, le unioni di
fatto sono molto numerose, non solo per il rigetto dei valori della famiglia e
del matrimonio, ma soprattutto per il fatto che sposarsi è percepito come un
lusso, per le condizioni sociali, così che la miseria materiale spinge a vivere
unioni di fatto.
43. Tutte queste situazioni
vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in
opportunità di cammino verso la pienezza del matrimonio e della famiglia alla
luce del Vangelo. Si tratta di accoglierle e accompagnarle con pazienza e
delicatezza. A questo scopo è importante la testimonianza attraente di
autentiche famiglie cristiane, come soggetti dell’evangelizzazione della
famiglia.
Curare le famiglie ferite
(separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie
monoparentali)
44. Quando gli sposi
sperimentano problemi nelle loro relazioni, devono poter contare sull’aiuto e
l’accompagnamento della Chiesa. La pastorale della carità e la misericordia
tendono al recupero delle persone e delle relazioni. L’esperienza mostra che
con un aiuto adeguato e con l’azione di riconciliazione della grazia una grande
percentuale di crisi matrimoniali si superano in maniera soddisfacente. Saper
perdonare e sentirsi perdonati è un’esperienza fondamentale nella vita familiare.
Il perdono tra gli sposi permette di sperimentare un amore che è per sempre e
non passa mai (cf. 1 Cor 13,8). A volte risulta difficile,
però, per chi ha ricevuto il perdono di Dio avere la forza per offrire un
perdono autentico che rigeneri la persona.
45. Nel Sinodo è risuonata
chiara la necessità di scelte pastorali coraggiose. Riconfermando con forza la
fedeltà al Vangelo della famiglia e riconoscendo che separazione e divorzio
sono sempre una ferita che provoca profonde sofferenze ai coniugi che li vivono
e ai figli, i Padri sinodali hanno avvertito l’urgenza di cammini pastorali
nuovi, che partano dall’effettiva realtà delle fragilità familiari, sapendo che
esse, spesso, sono più "subite" con sofferenza che scelte in piena
libertà. Si tratta di situazioni diverse per fattori sia personali che
culturali e socio-economici. Occorre uno sguardo differenziato come San
Giovanni Paolo II suggeriva (cf. Familiaris Consortio, 84).
46. Ogni famiglia va
innanzitutto ascoltata con rispetto e amore facendosi compagni di cammino come
il Cristo con i discepoli sulla strada di Emmaus. Valgono in maniera
particolare per queste situazioni le parole di Papa Francesco: «La Chiesa dovrà
iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa "arte
dell’accompagnamento", perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali
davanti alla terra sacra dell’altro (cf. Es 3,5). Dobbiamo
dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo
rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e
incoraggi a maturare nella vita cristiana» (Evangelii Gaudium, 169).
47. Un particolare
discernimento è indispensabile per accompagnare pastoralmente i separati, i
divorziati, gli abbandonati. Va accolta e valorizzata soprattutto la sofferenza
di coloro che hanno subito ingiustamente la separazione, il divorzio o
l’abbandono, oppure sono stati costretti dai maltrattamenti del coniuge a
rompere la convivenza. Il perdono per l’ingiustizia subita non è facile, ma è
un cammino che la grazia rende possibile. Di qui la necessità di una pastorale
della riconciliazione e della mediazione attraverso anche centri di ascolto
specializzati da stabilire nelle diocesi. Parimenti va sempre sottolineato che
è indispensabile farsi carico in maniera leale e costruttiva delle conseguenze
della separazione o del divorzio sui figli, in ogni caso vittime innocenti
della situazione. Essi non possono essere un "oggetto" da contendersi
e vanno cercate le forme migliori perché possano superare il trauma della scissione
familiare e crescere in maniera il più possibile serena. In ogni caso la Chiesa
dovrà sempre mettere in rilievo l’ingiustizia che deriva molto spesso dalla
situazione di divorzio. Speciale attenzione va data all’accompagnamento delle
famiglie monoparentali, in maniera particolare vanno aiutate le donne che
devono portare da sole la responsabilità della casa e l’educazione dei figli.
48. Un grande numero dei Padri
ha sottolineato la necessità di rendere più accessibili ed agili, possibilmente
del tutto gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità. Tra
le proposte sono stati indicati: il superamento della necessità della doppia
sentenza conforme; la possibilità di determinare una via amministrativa sotto
la responsabilità del vescovo diocesano; un processo sommario da avviare nei
casi di nullità notoria. Alcuni Padri tuttavia si dicono contrari a queste
proposte perché non garantirebbero un giudizio affidabile. Va ribadito che in
tutti questi casi si tratta dell’accertamento della verità sulla validità del
vincolo. Secondo altre proposte, andrebbe poi considerata la possibilità di
dare rilevanza al ruolo della fede dei nubendi in ordine alla validità del
sacramento del matrimonio, tenendo fermo che tra battezzati tutti i matrimoni
validi sono sacramento.
49. Circa le cause
matrimoniali lo snellimento della procedura, richiesto da molti, oltre alla
preparazione di sufficienti operatori, chierici e laici con dedizione
prioritaria, esige di sottolineare la responsabilità del vescovo diocesano, il
quale nella sua diocesi potrebbe incaricare dei consulenti debitamente
preparati che possano gratuitamente consigliare le parti sulla validità del
loro matrimonio. Tale funzione può essere svolta da un ufficio o persone
qualificate (cf. Dignitas Connubii, art. 113, 1).
50. Le persone divorziate ma
non risposate, che spesso sono testimoni della fedeltà matrimoniale, vanno
incoraggiate a trovare nell’Eucaristia il cibo che le sostenga nel loro stato.
La comunità locale e i Pastori devono accompagnare queste persone con
sollecitudine, soprattutto quando vi sono figli o è grave la loro situazione di
povertà.
51. Anche le situazioni dei
divorziati risposati esigono un attento discernimento e un accompagnamento di
grande rispetto, evitando ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire
discriminati e promovendo la loro partecipazione alla vita della comunità.
Prendersi cura di loro non è per la comunità cristiana un indebolimento della
sua fede e della sua testimonianza circa l’indissolubilità matrimoniale, anzi
essa esprime proprio in questa cura la sua carità.
52. Si è riflettuto sulla
possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza
e dell’Eucaristia. Diversi Padri sinodali hanno insistito a favore della
disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione
all’Eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul
matrimonio indissolubile. Altri si sono espressi per un’accoglienza non
generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a
condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e
legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze
ingiuste. L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un
cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano. Va ancora
approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione
oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che «l’imputabilità e la
responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate» da diversi
«fattori psichici oppure sociali» (Catechismo della Chiesa Cattolica,
1735).
53. Alcuni Padri hanno
sostenuto che le persone divorziate e risposate o conviventi possono ricorrere
fruttuosamente alla comunione spirituale. Altri Padri si sono domandati perché
allora non possano accedere a quella sacramentale. Viene quindi sollecitato un approfondimento
della tematica in grado di far emergere la peculiarità delle due forme e la
loro connessione con la teologia del matrimonio.
54. Le problematiche relative
ai matrimoni misti sono ritornate sovente negli interventi dei Padri sinodali.
La diversità della disciplina matrimoniale delle Chiese ortodosse pone in
alcuni contesti problemi sui quali è necessario riflettere in ambito ecumenico.
Analogamente per i matrimoni interreligiosi sarà importante il contributo del
dialogo con le religioni.
L’attenzione pastorale verso le
persone con orientamento omosessuale
55. Alcune famiglie vivono
l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al
riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di
fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: «Non esiste
fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le
unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».
Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti
con rispetto e delicatezza. «A loro riguardo si eviterà ogni marchio di
ingiusta discriminazione» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni
circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali,
4).
56. È del tutto inaccettabile
che i Pastori della Chiesa subiscano delle pressioni in questa materia e che
gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri
all’introduzione di leggi che istituiscano il "matrimonio" fra
persone dello stesso sesso.
La trasmissione della vita e la
sfida della denatalità
57. Non è difficile constatare
il diffondersi di una mentalità che riduce la generazione della vita a una
variabile della progettazione individuale o di coppia. I fattori di ordine
economico esercitano un peso talvolta determinante contribuendo al forte calo
della natalità che indebolisce il tessuto sociale, compromette il rapporto tra
le generazioni e rende più incerto lo sguardo sul futuro. L’apertura alla vita
è esigenza intrinseca dell'amore coniugale. In questa luce, la Chiesa sostiene
le famiglie che accolgono, educano e circondano del loro affetto i figli
diversamente abili.
58. Anche in questo ambito
occorre partire dall'ascolto delle persone e dar ragione della bellezza e della
verità di una apertura incondizionata alla vita come ciò di cui l'amore umano
ha bisogno per essere vissuto in pienezza. È su questa base che può poggiare un
adeguato insegnamento circa i metodi naturali per la procreazione responsabile.
Esso aiuta a vivere in maniera armoniosa e consapevole la comunione tra i
coniugi, in tutte le sue dimensioni, insieme alla responsabilità generativa. Va
riscoperto il messaggio dell’Enciclica Humanae Vitae di Paolo
VI, che sottolinea il bisogno di rispettare la dignità della persona nella
valutazione morale dei metodi di regolazione della natalità. L’adozione di
bambini, orfani e abbandonati, accolti come propri figli, è una forma specifica
di apostolato familiare (cf. Apostolicam Actuositatem, III,11), più
volte richiamata e incoraggiata dal magistero (cf. Familiaris Consortio,
III,II; Evangelium Vitae, IV,93). La scelta dell’adozione e
dell’affido esprime una particolare fecondità dell’esperienza coniugale, non
solo quando questa è segnata dalla sterilità. Tale scelta è segno eloquente
dell’amore familiare, occasione per testimoniare la propria fede e restituire
dignità filiale a che ne è stato privato.
59. Occorre aiutare a vivere
l'affettività, anche nel legame coniugale, come un cammino di maturazione,
nella sempre più profonda accoglienza dell'altro e in una donazione sempre più
piena. Va ribadita in tal senso la necessità di offrire cammini formativi che
alimentino la vita coniugale e l'importanza di un laicato che offra un
accompagnamento fatto di testimonianza viva. È di grande aiuto l’esempio di un
amore fedele e profondo fatto di tenerezza, di rispetto, capace di crescere nel
tempo e che nel suo concreto aprirsi alla generazione della vita fa
l'esperienza di un mistero che ci trascende.
La sfida dell'educazione e il
ruolo della famiglia nell’evangelizzazione
60. Una delle sfide
fondamentali di fronte a cui si trovano le famiglie oggi è sicuramente quella
educativa, resa più impegnativa e complessa dalla realtà culturale attuale e
della grande influenza dei media. Vanno tenute in debito conto le esigenze e le
attese di famiglie capaci di essere nella vita quotidiana, luoghi di crescita,
di concreta ed essenziale trasmissione delle virtù che danno forma
all'esistenza. Ciò indica che i genitori possano scegliere liberalmente il tipo
dell’educazione da dare ai figli secondo le loro convinzioni.
61. La Chiesa svolge un ruolo
prezioso di sostegno alle famiglie, partendo dall'iniziazione cristiana,
attraverso comunità accoglienti. Ad essa è chiesto, oggi ancor più di ieri,
nelle situazioni complesse come in quelle ordinarie, di sostenere i genitori
nel loro impegno educativo, accompagnando bambini, ragazzi e giovani nella loro
crescita attraverso cammini personalizzati capaci di introdurre al senso pieno
della vita e di suscitare scelte e responsabilità, vissute alla luce del
Vangelo. Maria, nella sua tenerezza, misericordia, sensibilità materna può
nutrire la fame di umanità e vita, per cui viene invocata dalle famiglie e dal
popolo cristiano. La pastorale e una devozione mariana sono un punto di
partenza opportuno per annunciare il Vangelo della famiglia.
Conclusione
62. Le riflessioni proposte,
frutto del lavoro sinodale svoltosi in grande libertà e in uno stile di
reciproco ascolto, intendono porre questioni e indicare prospettive che
dovranno essere maturate e precisate dalla riflessione delle Chiese locali
nell’anno che ci separa dall’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi prevista per l’ottobre 2015, dedicata alla vocazione e missione della
famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Non si tratta di decisioni
prese né di prospettive facili. Tuttavia il cammino collegiale dei vescovi e il
coinvolgimento dell’intero popolo di Dio sotto l’azione dello Spirito Santo,
guardando al modello della Santa Famiglia, potranno guidarci a trovare vie di
verità e di misericordia per tutti. È l’auspicio che sin dall’inizio dei nostri
lavori Papa Francesco ci ha rivolto invitandoci al coraggio della fede e
all’accoglienza umile e onesta della verità nella carità.
[03044-01.01]
[Testo originale: Italiano]
Fuente: http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/10/18/0770/03044.html
(El siguiente cuadro es de elaboración propia. El texto de la Relatio Synodi sólo registra las tres primeras columnas)
Votación registrada sobre cada punto de la Relatio Synodi |
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Total de Asistentes: 183. Sólo se registran las votaciones "Placet" y "No Placet" |
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Número del documento | Placet (A favor) | No Placet (En Contra) | Abstención | Votos Totales Emitidos | Proporción Placet / Non Placet | Proporción de Abstención | ||||||
1 | 175 | 1 | 8 | 176 | 99.43% | 4.4% | ||||||
2 | 179 | 0 | 4 | 179 | 100.00% | 2.2% | ||||||
3 | 178 | 1 | 5 | 179 | 99.44% | 2.7% | ||||||
4 | 180 | 2 | 3 | 182 | 98.90% | 1.6% | ||||||
5 | 177 | 3 | 6 | 180 | 98.33% | 3.3% | ||||||
6 | 175 | 5 | 8 | 180 | 97.22% | 4.4% | ||||||
7 | 170 | 9 | 13 | 179 | 94.97% | 7.1% | ||||||
8 | 179 | 1 | 4 | 180 | 99.44% | 2.2% | ||||||
9 | 171 | 8 | 12 | 179 | 95.53% | 6.6% | ||||||
10 | 174 | 8 | 9 | 182 | 95.60% | 4.9% | ||||||
11 | 173 | 6 | 10 | 179 | 96.65% | 5.5% | ||||||
12 | 176 | 3 | 7 | 179 | 98.32% | 3.8% | ||||||
13 | 174 | 7 | 9 | 181 | 96.13% | 4.9% | ||||||
14 | 164 | 18 | 19 | 182 | 90.11% | 10.4% | ||||||
15 | 167 | 13 | 16 | 180 | 92.78% | 8.7% | ||||||
16 | 171 | 8 | 12 | 179 | 95.53% | 6.6% | ||||||
17 | 174 | 6 | 9 | 180 | 96.67% | 4.9% | ||||||
18 | 175 | 5 | 8 | 180 | 97.22% | 4.4% | ||||||
19 | 176 | 5 | 7 | 181 | 97.24% | 3.8% | ||||||
20 | 178 | 3 | 5 | 181 | 98.34% | 2.7% | ||||||
21 | 181 | 1 | 2 | 182 | 99.45% | 1.1% | ||||||
22 | 160 | 22 | 23 | 182 | 87.91% | 12.6% | ||||||
23 | 169 | 10 | 14 | 179 | 94.41% | 7.7% | ||||||
24 | 170 | 11 | 13 | 181 | 93.92% | 7.1% | ||||||
25 | 140 | 39 | 43 | 179 | 78.21% | 23.5% | ||||||
26 | 166 | 14 | 17 | 180 | 92.22% | 9.3% | ||||||
27 | 147 | 34 | 36 | 181 | 81.22% | 19.7% | ||||||
28 | 152 | 27 | 31 | 179 | 84.92% | 16.9% | ||||||
29 | 176 | 7 | 7 | 183 | 96.17% | 3.8% | ||||||
30 | 178 | 2 | 5 | 180 | 98.89% | 2.7% | ||||||
31 | 175 | 4 | 8 | 179 | 97.77% | 4.4% | ||||||
32 | 176 | 5 | 7 | 181 | 97.24% | 3.8% | ||||||
33 | 175 | 7 | 8 | 182 | 96.15% | 4.4% | ||||||
34 | 180 | 1 | 3 | 181 | 99.45% | 1.6% | ||||||
35 | 164 | 17 | 19 | 181 | 90.61% | 10.4% | ||||||
36 | 177 | 1 | 6 | 178 | 99.44% | 3.3% | ||||||
37 | 175 | 2 | 8 | 177 | 98.87% | 4.4% | ||||||
38 | 178 | 1 | 5 | 179 | 99.44% | 2.7% | ||||||
39 | 176 | 4 | 7 | 180 | 97.78% | 3.8% | ||||||
40 | 179 | 1 | 4 | 180 | 99.44% | 2.2% | ||||||
41 | 125 | 54 | 58 | 179 | 69.83% | 31.7% | ||||||
42 | 143 | 37 | 40 | 180 | 79.44% | 21.9% | ||||||
43 | 162 | 14 | 21 | 176 | 92.05% | 11.5% | ||||||
44 | 171 | 7 | 12 | 178 | 96.07% | 6.6% | ||||||
45 | 165 | 15 | 18 | 180 | 91.67% | 9.8% | ||||||
46 | 171 | 8 | 12 | 179 | 95.53% | 6.6% | ||||||
47 | 164 | 12 | 19 | 176 | 93.18% | 10.4% | ||||||
48 | 143 | 35 | 40 | 178 | 80.34% | 21.9% | ||||||
49 | 154 | 23 | 29 | 177 | 87.01% | 15.8% | ||||||
50 | 169 | 8 | 14 | 177 | 95.48% | 7.7% | ||||||
51 | 155 | 19 | 28 | 174 | 89.08% | 15.3% | ||||||
52 | 104 | 74 | 79 | 178 | 58.43% | 43.2% | ||||||
53 | 112 | 64 | 71 | 176 | 63.64% | 38.8% | ||||||
54 | 145 | 29 | 38 | 174 | 83.33% | 20.8% | ||||||
55 | 118 | 62 | 65 | 180 | 65.56% | 35.5% | ||||||
56 | 159 | 21 | 24 | 180 | 88.33% | 13.1% | ||||||
57 | 169 | 5 | 14 | 174 | 97.13% | 7.7% | ||||||
58 | 167 | 9 | 16 | 176 | 94.89% | 8.7% | ||||||
59 | 172 | 5 | 11 | 177 | 97.18% | 6.0% | ||||||
60 | 174 | 4 | 9 | 178 | 97.75% | 4.9% | ||||||
61 | 178 | 1 | 5 | 179 | 99.44% | 2.7% | ||||||
62 | 169 | 8 | 14 | 177 | 95.48% | 7.7% |
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